Diamanti nella storia dell’economia politica italiana dai furti agli sprechi.
CERTAMENTE E’ UN FURTO
I danni di guerra dovuti dalla Repubblica italiana alla Iugoslavia furono fatti pagare agli esuli scacciati dai territori occupati. Infatti gli occupanti attuarono la pulizia etnica e politica che provocò l’abbandono di beni ed attivita ed una marea di profughi. Ciò malgrado che l’art. 9 dell’allegato XIV delTrattato di pace del 1947 stabilisse che «i beni, diritti e interessi dei cittadini italiani, che siano residenti permanenti nei territori ceduti alla data dell’entrata in vigore del presente Trattato, saranno rispettati, su una base di parità rispetto ai diritti dei cittadini dello Stato successore, purché siano stati legittimamente acquisiti». Oltre all’epurazione ferocemente attuata durante l’occupazione a seguito della cessione le autorità jugoslave operarono confische, sequestri, espropri e nazionalizzazioni ai danni dei privati proprietari senza nulla pagare. Era chiaro che le autorità jugoslave stavano nazionalizzando i beni dei cittadini italiani, cosa che accadde:
Il Governo italiano nel 1949 si accordò con il Governo jugoslavo per la conversione dei «beni abbandonati» dagli esuli in un indennità forfetaria da versare agli stessi profughi. Nel 1950 la Jugoslavia si impegnò ad acquistare i beni, per i quali i “proprietari” avessero rilasciato (senza ricevere né lire né dollari) dichiarazione di vendita. Successivamente, con l’Accordo di Belgrado del 18 dicembre 1954, il Governo Italiano che aveva un debito di 125 milioni di dollari col governo iugoslavo per danni di guerra fece una compensazione con il complessivo valore che era stato attribuito ai beni “ceduti” dagli esuli, che sotto stimati e non tutti considerati ammontavano ad oltre 70 milioni di dollari. Conseguentemente il Governo Italiano si impegnò (promise ) di indennizzare gli esuli e di pagare il valore dei beni “ceduti” valutati ai prezzi di mercato del 1938 modestamente rivalutati. Come prevedibile nel corso dei primi decenni qualche fortunato particolarmente pressante o raccomandato riuscì ad ottenere alcuni modesti acconti. Nessuno mai ottenne il saldo. Non crediamo possibile che dopo 62 anni gli eredi delle vittime di quel vergognoso raggiro abbiano ancora qualche speranza.
CERTAMENTE E’ UNO SPRECO CONTINUARE A PAGARE CIO’ CHE VOGLIONO A QUEI DIPENDENTI CHE NON VANNO NEANCHE IN UFFICIO O CHE PRODUCONO SOLO DISASTRI O INIDONEI O INUTILI O LADRI O D’ACCORDO CON LA CONCORRENZA PER SABOTARE. L’AZIENDA STATO E’ IN CRISI PROFONDA NON SOLO PER LO SPRECO DEL DENARO IMPIEGATO A PAGARE QUEI DIPENDENTI MA PRINCIPALMENTE PERCHE’ OCCUPANO POSTI CHE OCCUPATI DA NUOVI E VALENTI GALANTUOMINI LAVORANDO SUL SERIO RILASCEREBBERO LA DITTA MORENTE.
IL SINDACATO PER LA TUTELA DEI DIRITTI DEGLI ELETTORI
Gli USURPATORI si sono anche conferito, illegittimamente, il potere di fissare per sé stessi e per i loro accoliti stipendi, pensioni, privilegi, pluralità di incarichi retribuiti e relativi compensi, senza che, come previsto dalle disposizioni in materia,sia stato concluso un contratto con i datori di lavoro. Il rapporto che si instaura tra le parti, qualsiasi prestazione lavorativa contempli, sorge con l’accordo delle parti circa la retribuzione e l’attività lavorativa richiesta. E’ quindi indispensabile che il rapporto preveda il rispetto di quel minimo di diritti e controprestazioni indispensabile alla valida conclusione e prosecuzione di un contratto collettivo di lavoro o di prestazione d’opera tra le parti. Tale aspetto della vicenda è stata completamente “obliato” dai nostri legulei come se le istituzioni fossero rappresentate da cittadini speciali diversi da tutti gli altri e non tenuti all’osservanza delle disposizioni del Diritto del lavoro. Per ora si è fondato il “Sindacato per la tutela dei diritti degli elettori”. Con l’acquisizione della personalità giuridica il sindacato potrà dare corso ad azioni legali per il riconoscimento del diritto ai contratti collettivi con i sindacati dei rappresentanti delle istituzioni, o in alternativa agire giudizialmente per la dichiarazione di nullità e dell’illegalità di quanto stabilito unilateralmente dai beneficiari circa le loro retribuzioni, i privilegi, le pensioni. Trattandosi di risultati ottenuti in dispregio delle leggi, non potranno ritenersi diritti acquisiti. Non esistono diritti in frode alle leggi e non si acquisiscono gli abusi! NON esiste contratto di lavoro senza retribuzione né retribuzione senza controprestazione così come non esiste diritto senza dovere. Sarà finalmente sancito il diritto degli elettori al licenziamento dei dipendenti istituzionali per indegnità, scarso rendimento o sabotaggio.