Nato a Castellammare del Golfo, in provincia di Trapani il 15/09/1905, morì a Roma il primo marzo 1971. Nel 1933 sposò Maria Buccellato ed ebbero sette figli. Fù un cattolico ed un antifascista amico di Luigi Sturzo *. Partecipò in Roma ad alcune riunioni clandestine con Alcide De Gasperi per la costituzione del Partito DC. Divenne segretario regionale del partito DC siciliano. Nei primi due governi del Comitato di Liberazione Nazionale presieduti da Ivano e Bonomi fu ministro. Alcide De Gasperi segretario nazionale del Partito Democristiano, lo volle Vicesegretario Nazionale. Fu eletto deputato all’assemblea costituente e poi al Parlamento della Repubblica sempre nel collegio di Trapani e divenne Ministro del Commercio, delle Poste Telecomunicazioni, dei Trasporti et cetera. Nel 1943 scrisse una lettera a Don Sturzo a riguardo del Partito Separatista Siciliano e della nuova e preoccupante attività di banditi e mafiosi rilanciata dai feudatari e dai liberali che finanziavano separatisti e indipendentisti. Avrebbe anche segnalato, al Segretario Nazionale DC De Gasperi, il pericolo che elementi mafiosi si infiltrassero nel partito. Nel 1958 in una intervista dichiarò di ritenere utile che venisse istituita la Commissione Parlamentare di inchiesta sul fenomeno mafioso. Quindi un antagonista della mafia se condivideva la richiesta che dal 1950 il parlamentare PCI Li Causi inutilmente formulava. Numerosi detrattori invece lo ritennero tutto il contrario.
L’On.Li Causi, in una con Gaspare Pisciotta ed altri componenti della banda di Salvatore Giuliano, nel processo che seguì alla “Strage di Portella delle ginestre” lo accusarono di essere uno degli Onorevoli Dc che disponeva e si rapportava con i mafiosi ed i banditi assoldati dalla Dc e suoi alleati. Quella sentenza confermò il comunicato rilasciato, nell’immediatezza della strage, dall’Onorevole Ministro degli Interni Mario Scelba e non sviluppò indagini nella direzione indicata dal Li Causi. Le accuse di mafia mosse a carico dell’On.Mattarella dal sociologo Danilo Dolci furono ritenute diffamatorie e il Dolci fu definitivamente condannato. Non fu incarcerato grazie al condono. Resta però che l’On.Pio La Torre* parlamentare PCI, nella relazione di minoranza della Commissione Parlamentare anti mafia, riferendosi agli anni 1948 fino al 1955 indicò l’On. Bernardo Mattarella “….il leader politico che aveva traghettato la mafia del partito separatista alla Dc..”