Acceso e dichiarato antifascista, Benigno Zaccagnini fu uno dei fondatori della Democrazia Cristiana. Dopo l’8 settembre 1943 entrò nella Resistenza tra le file dei Partigiani “bianchi” di ispirazione cattolica. Combattente determinato divenne amico di Arrigo Boldrini comandante delle brigate comuniste, e concordi operarono militarmente per la liberazione della Romagna. Membro dell’ Assemblea Costituente, fu eletto deputato DC dal 1948 fino al 1979. Dal 1983 fino alla morte fu senatore. Nel 1972 aderì alla corrente di sinistra Dc dell’On. Aldo Moro del quale era discepolo ed amico da anni. Nel 1975 fù nominato segretario nazionale della Democrazia Cristiana. Nel 1978, durante il rapimento dell’On. Moro, il reato di sequestro di persona era di esclusiva competenza della Magistratura ordinaria. Infatti, scoperta la “prigione”nella quale era ristretto il sequestrato, la legge disponeva che il Giudice Istruttore, sentito il PM ordinasse alle forze di polizia l’uso delle armi per liberarlo(§). A pochi giorni dal sequestro era gia’ stato localizzato il “covo delle BR” di via Montalcini n.18, prigione dell’On. Moro, monitorata con video camere, microfoni direzionali e posta sotto continuo controllo dall’UCIGOS dal SISMI dal SISDE oltre a squadre speciali della Polizia di Stato e dei Carabinieri. Alcuni addetti ai lavori sostennero che personale delle forze speciali, spacciatisi per dipendenti Enel o Timo avessero fatte ispezioni mirate all’interno di quel condominio ed interpellati gli occupanti, tanto che gli appartenenti alle BR autori del rapimento e della strage sarebbero stati tutti identificati. Notizie che si ritennero leggede stante che ci risultava certo che la Magistratura, per legge titolare dell’azione, brancolava nel buoi più completo.
Risultava però sicurissimo che, in previsione del blitz, erano stati allertati e convogliati a Roma militari altamenre specializzati in operazione di commandos per liberare l’ostaggio(§1.). Il generale Dalla Chiesa, ucciso nel 1982, verbalizzò che fù costretto a ritirare i sui uomini su ordine perentorio dell’UCIGOS, ricevuto quando già l’operazione era scattata.
Da notare che alcune fonti sostenevano che la decisione di rinunciare al salvataggio dell’ostaggio sarebbe stata presa proprio a seguito della scoperta della prigione e del riscontro che quel sequestro era stato organizzato da servizi segreti stranieri per conto di Nazioni Alleate.
Da quì una situazione di CRISI tra alleati NATO e la formazione di un comitato, ristretto e segreto per “l’operazione Moro” presieduto da Cossiga. L’Unità di Crisi assunse l’esclusiva competenza. Sono particolari intriganti quelli accertati dal nostro dipartimento di Palermo che segnalò che l’appartamento di via Montalcini, era già occupato, prima della strage di via Fani e del sequestro, da agenti segreti USA e da collaboratori RAF ( sigla dell’eversione rossa tedesca(§2.)).In occasione di una intervista l’On. Cossiga rispondendo indirettamente ad una domanda precisa chiarì che non vi era spazio per trattative rispetto alla situazione creata dagli alleati, era una “situazione che non poteva essere rifiutata(§3). I fatti furono poi coperti dal segreto di stato ed oggetto di depistaggi ed insabbiamenti.
Come sopra detto, scoperto il luogo nel quale era sequestrato l’On. Aldo Moro, se fossero stati informati il Giudice Istruttore ed il PM, avrebbero dovuto applicare la legge e liberare il sequestrato anche con l’uso delle armi ed in tal modo sarebbe venuto alla luce il complotto degli alleati e l’inamissibile loro ingerenza nella politica interna della Repubblica italiana.
Cosa che sarebbe dovuta accadere ma che inspiegabilmente non accadde proprio per disposizione perentoria dell’ OCIGOS, quando già l’azione era iniziata(§4). La cosa ci stupì ma in quegli anni eravamo molto lontani dal sospettare le verità che accertammo successivamente e che ci fecero capire che gli “anni di piombo”,”gli opposti estremismi” “la stratergia della tensione”, “lo stragismo”, “l’esistenza del doppio Stato” erano la conseguenza diretta della strategia egemonica adottata dagli alleati liberatori.