Francesco Montanari

Nel 1990 il partigiano comunista Francesco Montanari, Comandante di una Brigata Rossa Garibaldi a seguito della constatazione di come  risultassero disattesi gli ideale ed i valori che avevano alimentato la Resistenza e fossero gratificati  personaggi  autori di  delitti e vendette feroci, indegni di rappresentarla,  tentò di dar vita al movimento “ CHI SA’ PARLI!” che richiamasse i partigiani a quegli ideali di libertà e di giustizia che tanto sangue  erano costati.

Forse era roso dai ricordi e dall’esigenza di separare il proprio nome da quei fatti ai quali non concorse. Aveva già da tempo manifestata  disapprovazione  verso quell’aspetto  della Resistenza ed   era già stato isolato anche dai partigiani che avevano combattuto sotto il di lui comando. Nel 1994 avendo appreso che il Presidente della Repubblica avrebbe versato all’ ANPI (Associazione Nazionale Partigiani Italiani) venti miliardi di lire  gli scrisse  “… se consegnerete quei soldi io mi brucerò vivo…” A seguito del versamento, fece visita ad alcuni amici per un saluto di commiato e lasciate loro alcune copie del suo libro  “Quì il più pulito ha la rogna”,  acquistò  una vecchia Fiat Ritmo in demolizione e la parcheggiò  a San Mauro in Valle. La notte del 22/02/1996, come aveva minacciato, si suicidò bruciandosi vivo all’interno di quell’automobile.

Tale era  Francesco Montanari: cultore della Verità, avversario di ogni dittatura, fedele difensore dei valori universali e dei diritti irrinunciabili della Costituzione che rifiutò di vivere in una Repubblica tradita persino da tanti che avevano combattuto per instaurarla e così scrisse:

  “….Sono certo che coloro i quali detengono le leve del potere faranno tutto il possibile per farmi passare per matto o anormale . Mi ammazzo perché sò valutare la ‘sora’ morte nella maniera giusta, perché ho dignità, moralità, sensibilità e coraggio per cui, in questo letamaio pieno di miserie, ingiustizie e violenza – dove comandano i ladri, i delinquenti e i mafiosi – si potranno trovare bene i loro compari o le pecore, ma non il sottoscritto . Durante la guerra sono stato comandante partigiano . Non ho mai fatto scatenare terribili rappresaglie su gente innocente, non ho mai vigliaccamente giustiziato nessun fascista a guerra finita . Qui non c’è una sola cosa che funzioni per il verso giusto: si privilegiano gli stranieri illegali invece dei fratelli, si puniscono i ladri di galline e i piccoli evasori, ma mai i grossi: i sindacati insegnano solo i diritti (mai i doveri). Provo ormai nausea a vivere in questa ripugnante società di ladri, di delinquenti e di pecore. Perciò vi dico IO NON CI STO’ più e tolgo il disturbo!…”                                                                                                                                                                        FRANCESCO  MONTANARI